Vestiti, scarpe, asciugamani, computer, poster, fotografie, coperte, lenzuola, padelle, cd, film, libri. Un travestimento di carnevale che ti fa scappare un sorriso e una lacrima. Regali che non ricordavi più di aver ricevuto.
Oggetti di ogni tipo che non sanno fare altro che ricordarti la tua insopportabile sindrome di Diogene (perché mai non potrò evitare di accumulare cose su cose?)... ma che d'altro canto ti catapultano negli ultimi cinque anni della tua vita, nelle persone che l'hanno popolata, nelle esperienze vissute.
Questo è un trasloco. E io odio i traslochi. Non solo perché ti obbligano a disfarti di cose che non hai usato per anni e che -sicuramente- ti serviranno non appena ti trasferirai nella casa nuova (la legge di Murphy non sbaglia mai), ma soprattutto perché ti costringono a guardare indietro, a guardarti dentro e a fare i conti con la nostalgia.
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